Gastroenterologia Generale
GASTROENTEROLOGIA GENERALE
Le patologie funzionali e organiche dell’apparato digerente costituiscono una percentuale assai rilevante delle problematiche di salute dell’età pediatrica, rappresentando il 30-40% degli accessi alle cure pediatriche, sia in ambito ospedaliero che sul territorio.
Presso la nostra Unità Operativa sono attivi ambulatori e servizi per la gestione di tutte le patologie del tratto gastrointestinale dell’età pediatrica, sia di origine organica che funzionale. Fra queste sono annoverati disturbi molto comuni, quali la malattia da reflusso gastro-esofageo, sindromi dispeptiche, sindrome del colon irritabile, stipsi e diarrea cronica. La visita specialistica permetterà di inquadrare correttamente il disturbo del vostro bambino in modo da approntare un percorso diagnostico e terapeutico mirato. Le indagini diagnostiche verranno eseguite presso i Servizi disponibili nella nostra struttura (vai alla pagina) in regime ambulatoriale, di Day Hospital o anche in degenza ordinaria, a seconda della complessità del percorso diagnostico stesso.
Malattia da reflusso gastroesofageo
Per reflusso gastroesofageo (RGE) si intende la risalita del contenuto gastrico in esofago, con o senza rigurgito e/o vomito. È un evento fisiologico che si verifica più volte al giorno in lattanti, bambini ed adulti. La malattia da RGE (MRGE) è invece quella condizione in cui la risalita del contenuto gastrico comporta l’insorgenza di segni, sintomi e complicanze. Il bambino può presentare sintomi come bruciore dietro lo sterno, dolore addominale, senso di acidità in bocca. Talvolta possono essere presenti sintomi meno specifici, quali irritabilità, tosse cronica, stridore laringeo, infezioni respiratorie ricorrenti e riduzione dell’appetito. Nel bambino più grande, in presenza di sintomi classici ben riferiti (es. bruciore epigastrico), la MRGE può essere diagnosticata su base clinica, con conferma attraverso la somministrazione di farmaci anti-acidi, valutando la risposta clinica alla terapia (ex-iuvantibus). Nei lattanti e nei bambini di età inferiore a 8-12 anni la difficoltà nel descrivere sintomi che spesso sono non classici, pone al contrario la necessità di effettuare test strumentali per porre diagnosi.
L’accertamento più sensibile e specifico è la pH-impedenzometria. È un esame poco invasivo che si effettua attraverso l’introduzione di un sondino naso-gastrico che documenta l’entità del reflusso (frequenza e durata) nelle 24 ore. Se il pH rimane acido troppo a lungo, significa che il reflusso gastro-esofageo non è fisiologico e che siamo di fronte ad una vera e propria malattia da reflusso. È una procedura che può essere effettuata in regime ambulatoriale o di Day Hospital. Ulteriori esami diagnostici sono indicati in casi specifici: l’esofagogastroduodeoscopia è fondamentale per identificare e valutare complicanze (esofagite), l’Rx delle prime vie digestive va eseguita nel sospetto di cause malformative (ad es. mal rotazioni, stenosi congenite, etc…), mentre l’ecografia non trova alcuna indicazione se non nel sospetto di una stenosi ipertrofica del piloro (tipica del lattante con vomito ripetuto).
Stipsi
La stipsi è un disturbo molto frequente in età pediatrica, rappresentando uno dei principali motivi di accesso alle cure specialistiche ambulatoriali. Per stipsi si intende la riduzione del numero delle evacuazioni e l’aumento di consistenza delle feci, con conseguente comparsa di dolori addominali ricorrenti, difficoltà all’espletamento dell’evacuazione, fino alla formazione di fecalomi (masse fecali molto dure a livello del colon). Nei bambini circa il 90% dei casi di stitichezza è di origine funzionale, ossia non causata a disturbi organici (anatomici, infiammatori, metabolici, etc…) ma legata ad un difettoso funzionamento del colon (che tende a riassorbire acqua in modo eccessivo dalle feci aumentandone la consistenza) esacerbato molto spesso da cattive abitudini alimentari e comportamentali. Ruolo del gastroenterologo pediatra sarà pertanto quello di individuare nella sintomatologia del bambino eventuali sintomi e segni di allarme, la cui presenza pone il sospetto di un disturbo organico alla base della stipsi ed impone la necessità di accertamenti diagnostici laboratoristici e strumentali di approfondimento. Negli altri casi si procederà ad una modulazione dello stile di vita, unito ad una terapia specifica con rammollitori fecali, allo scopo di riportare le evacuazioni del bambino ad una condizione di regolarità.
Disturbi funzionali gastro-intestinali
I disordini funzionali gastrointestinali (DFGI) sono stati definiti come una combinazione variabile di sintomi gastrointestinali, cronici o ricorrenti, non correlati a patologia organica. Sono associati ad una significativa morbilità e rappresentano oltre il 50% delle consultazioni nella pratica gastroenterologica pediatrica. Fra questi il disturbo più frequente risulta essere in assoluto la sindrome del colon irritabile. I DFGI, nonostante non rappresentino una patologia organica, compromettono la qualità di vita dei bambini e richiedono un alto costo del sistema sanitario nazionale.
L’etiopatogenesi dei DFGI non è ancora stata chiarita e non esiste nessun esame diagnostico che porti alla diagnosi definitiva. Sono stati però identificati alcuni fattori eziologici, quali l’ipersensibilità viscerale, le infezioni, fattori genetici, lo stress e le alterazioni del microbiota intestinale. Un ruolo chiave nella patogenesi di questi disturbi è certamente svolto dall’iperalgesia viscerale, ossia una condizione di ipersensibilità dell’intestino agli stimoli esterni e dolorosi. È dimostrato che esiste un costante dialogo bidirezionale tra cervello e intestino, che sembra essere il meccanismo che lega lo stato psicoemozionale del bambino con la disfunzione gastrointestinale.
I sintomi sono di varia natura: rigurgito, coliche, diarrea, stipsi e vomito nel bambino più piccolo, dolore addominale, nausea e dispepsia, aerofagia nel bambino più grande. In età scolare il dolore addominale rappresenta una delle problematiche di più comune riscontro e la maggior parte dei bambini con dolore addominale cronico è affetta da un DFGI. Allo scopo di standardizzare il processo diagnostico, sono stati pubblicati nel 2016 i cosiddetti criteri di Roma IV. Questi ultimi permettono una classificazione chiara dei disturbi funzionali, permettendo una diagnosi in positivo e non “di esclusione”, evitando il ricorso a molteplici indagini diagnostiche inappropriate. Indagini approfondite risultano invece necessarie in caso di sintomi d’allarme, quali il calo ponderale, i sintomi notturni, il sangue nel vomito o nelle feci, febbre persistente, familiarità per malattie croniche, ecc.
La rassicurazione del paziente e della famiglia rappresenta il cardine dell’intervento terapeutico. Le terapie più efficaci nella gestione del dolore addominale sono rappresentate dalla terapia cognitivo-comportamentale e dall’ipnoterapia, che però presentano diversi limiti, quali l’alto costo, il dispendio di tempo e la necessità di terapisti specializzati. Farmaci sintomatici, probiotici e diete mirate possono essere in grado di alleviare i sintomi, seppure con una scarsa efficacia se attuate in modo isolato. Il consulto presso il nostro ambulatorio consentirà una corretta diagnosi e gestione del disturbo del bambino, con valutazione del percorso terapeutico più appropriato, scelto anche in base alle preferenze ed attitudini del bambino e dei genitori.
Staff medico
Prof.ssa Marina Aloi, Professore Associato.
Prof. Salvatore Oliva, Ricercatore di tipo B.
Dott.ssa Monica Montuori, Dirigente medico.
Dott. Danilo Rossetti, Assegnista di Ricerca.
Dott.ssa Giulia D’Arcangelo, Dottoranda di ricerca.
Contatti: gastropediatria@uniroma1.it